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13/02/2021 da Danilo Faravelli
2021, MusicaLove Stories

Amore Rifiutato – Aloysia e Wolfgang

Amore Rifiutato – Aloysia e Wolfgang
13/02/2021 da Danilo Faravelli
2021, MusicaLove Stories

MusicaLove Stories

Fantasia d'Amore : Amore rifiutato

Georges BIZET (1838-1875)
“C’est toi ? C’est moi!” (dall’opera Carmen)

Carmen murdered by JosèNon sempre due individui, che pure siano uniti da un sentimento forte e appassionato, riescono ad amarsi, come pretenderebbero le parole del rito nuziale, “finché morte non li separi”. Capita di frequente che, mentre l’amore cresce e si rafforza in uno dei due soggetti di una coppia, nell’altro, tristemente, esso si affievolisca quando non addirittura si estingua del tutto. Accade soprattutto nel momento in cui le attenzioni di uno dei due innamorati si spostano verso un terza persona, nuovo fattore di attrazione fatale. Chi si imbatte in pasticci simili (tutti superabilissimi, sia ben chiaro!), oltre al dispiacere di dover leccarsi le ferite inferte al proprio orgoglio da un sentimento d’amore rifiutato, deve il più delle volte vedersela anche con il fastidiosissimo tormento della gelosia.
Di innamorati respinti e di gelosi vendicativi sono piene non solo le cronache dei giornali e gli intrecci romanzeschi inventati dagli scrittori, ma anche e soprattutto le storie rappresentate sulla scena del melodramma, quel ben noto genere teatrale in cui gli attori, anziché recitare, cantano a voce spiegata.
In una celeberrima opera lirica del compositore francese Georges Bizet, presentata all’Opéra-Comique di Parigi nel 1875 e ispirata ad un avvincente racconto di Prosper Mérimée (scritto trent’anni prima e intitolato Carmen), la seducente zingara Carmen riesce a far perdere la testa a José il quale, per amore, da stimato ufficiale di gendarmeria, finisce per mutare la propria condizione esistenziale di difensore dell’ordine costituito in quella di delinquente da strapazzo. Perduta tutta la propria dignità, José viene a sapere che Carmen ha cominciato ad intendersela con uno sbruffone di nome Escamillo, torero professionista. La vicenda – si sarà già capito – si svolge nella caliente España, terra ben nota per l’incandescenza delle sue passioni, e ciò non può far presagire nulla di buono: in pratica, un finale di sangue. José, infatti, raggiunto il culmine della abiezione nel momento in cui viene definitivamente respinto dalla donna amata, uccide Carmen davanti alla stessa plaza de toros in cui Escamillo si prepara a trionfare nella sua ennesima corrida.

Carmen murdered by Josè
Non sempre due individui, che pure siano uniti da un sentimento forte e appassionato, riescono ad amarsi, come pretenderebbero le parole del rito nuziale, “finché morte non li separi”. Capita di frequente che, mentre l’amore cresce e si rafforza in uno dei due soggetti di una coppia, nell’altro, tristemente, esso si affievolisca quando non addirittura si estingua del tutto. Accade soprattutto nel momento in cui le attenzioni di uno dei due innamorati si spostano verso un terza persona, nuovo fattore di attrazione fatale. Chi si imbatte in pasticci simili (tutti superabilissimi, sia ben chiaro!), oltre al dispiacere di dover leccarsi le ferite inferte al proprio orgoglio da un sentimento d’amore rifiutato, deve il più delle volte vedersela anche con il fastidiosissimo tormento della gelosia. Di innamorati respinti e di gelosi vendicativi sono piene non solo le cronache dei giornali e gli intrecci romanzeschi inventati dagli scrittori, ma anche e soprattutto le storie rappresentate sulla scena del melodramma, quel ben noto genere teatrale in cui gli attori, anziché recitare, cantano a voce spiegata. In una celeberrima opera lirica del compositore francese Georges Bizet, presentata all’Opéra-Comique di Parigi nel 1875 e ispirata ad un avvincente racconto di Prosper Mérimée (scritto trent’anni prima e intitolato Carmen), la seducente zingara Carmen riesce a far perdere la testa a José il quale, per amore, da stimato ufficiale di gendarmeria, finisce per mutare la propria condizione esistenziale di difensore dell’ordine costituito in quella di delinquente da strapazzo. Perduta tutta la propria dignità, José viene a sapere che Carmen ha cominciato ad intendersela con uno sbruffone di nome Escamillo, torero professionista. La vicenda – si sarà già capito – si svolge nella caliente España, terra ben nota per l’incandescenza delle sue passioni, e ciò non può far presagire nulla di buono: in pratica, un finale di sangue. José, infatti, raggiunto il culmine della abiezione nel momento in cui viene definitivamente respinto dalla donna amata, uccide Carmen davanti alla stessa plaza de toros in cui Escamillo si prepara a trionfare nella sua ennesima corrida.

Verità d'Amore: Aloysia e Wolfgang

Wolfgang Amadeus MOZART (1756-1791)
“Popoli di Tessaglia”, per voce di soprano e orchestra

Amadeus di Milos Forman

Nel celebre film Amadeus di Miloš Forman, l’immagine di Mozart marito felice (anche se alquanto bizzarro e perennemente squattrinato) viene rappresentata accanto a una donna chiamata Constanze. Era effettivamente quello il nome di sua moglie, con la quale trascorse, a quanto pare, nove anni di serena vita coniugale; va detto però che, prima che per Constanze, e certo assai più che per Constanze, il grande musicista di Salisburgo s’era preso una gran cotta per la sorella di lei: Aloysia.
Mozart aveva conosciuto Aloysia Weber a Mannheim nel 1777, durante una tappa del viaggio intrapreso alla volta di Parigi in cerca di affermazioni professionali. Aloysia era tra i sedici e i diciassette anni e cantava divinamente; Mozart ne aveva ventuno ed era un compositore di eccezionale bravura. Innamoratisi l’uno dell’altra, avevano subito progettato di avventurarsi in Italia, contando sulla certezza che, unite le loro straordinarie doti artistiche, dopo averle messe al servizio del mondo operistico ne avrebbero ricavato gloria e ricchezza. Ma il padre di Mozart, che dalla lontana Salisburgo controllava e “pilotava” ogni mossa del suo impareggiabile erede, aveva tuonato energicamente contro quell’inatteso cambio di programma: “A Parigi e subito!”, gli aveva scritto; e questi aveva dovuto ubbidire. Di ritorno da Parigi, dopo un soggiorno artistico fallimentare durato gran parte del 1778, Mozart aveva percorso a ritroso il viaggio compiuto l’anno prima. Ancora innamoratissimo di Aloysia, s’era precipitato a Mannheim cercandola invano, visto che s’era trasferita con la famiglia a Monaco di Baviera. Lì, purtroppo, l’aveva ormai trovata promessa sposa a un altro uomo, l’attore e pittore Joseph Lange. Per Mozart era stato un colpo durissimo e viene da pensare che, se qualche anno più tardi, nel 1782, si presentò all’altare con Constanze Weber, di due anni più giovane di Aloysia, fu principalmente per poter continuare a orbitare attorno alla famiglia in cui avrebbe ritrovato, sia pure come cognata, la fanciulla che continuava a tenere in ostaggio il suo cuore.
Documento vivo della passione di Mozart per Aloysia Weber è la scena lirica “Popoli di Tessaglia” che egli compose durante il soggiorno parigino del 1778, dedicandola alla straordinaria voce dell’amata. Ascoltare il pezzo oggi, in tutta la sua bellezza e difficoltà d’esecuzione, equivale ad ammirare la “fotografia” delle possibilità espressive e tecniche di una cantante di valore non comune, vissuta più di duecento anni fa e immortalata per noi in tutto il suo talento dall’amore che per essa provò uno dei più grandi musicisti del passato.

Amadeus di Milos Forman
Nel celebre film Amadeus di Miloš Forman, l’immagine di Mozart marito felice (anche se alquanto bizzarro e perennemente squattrinato) viene rappresentata accanto a una donna chiamata Constanze. Era effettivamente quello il nome di sua moglie, con la quale trascorse, a quanto pare, nove anni di serena vita coniugale; va detto però che, prima che per Constanze, e certo assai più che per Constanze, il grande musicista di Salisburgo s’era preso una gran cotta per la sorella di lei: Aloysia. Mozart aveva conosciuto Aloysia Weber a Mannheim nel 1777, durante una tappa del viaggio intrapreso alla volta di Parigi in cerca di affermazioni professionali. Aloysia era tra i sedici e i diciassette anni e cantava divinamente; Mozart ne aveva ventuno ed era un compositore di eccezionale bravura. Innamoratisi l’uno dell’altra, avevano subito progettato di avventurarsi in Italia, contando sulla certezza che, unite le loro straordinarie doti artistiche, dopo averle messe al servizio del mondo operistico ne avrebbero ricavato gloria e ricchezza. Ma il padre di Mozart, che dalla lontana Salisburgo controllava e “pilotava” ogni mossa del suo impareggiabile erede, aveva tuonato energicamente contro quell’inatteso cambio di programma: “A Parigi e subito!”, gli aveva scritto; e questi aveva dovuto ubbidire. Di ritorno da Parigi, dopo un soggiorno artistico fallimentare durato gran parte del 1778, Mozart aveva percorso a ritroso il viaggio compiuto l’anno prima. Ancora innamoratissimo di Aloysia, s’era precipitato a Mannheim cercandola invano, visto che s’era trasferita con la famiglia a Monaco di Baviera. Lì, purtroppo, l’aveva ormai trovata promessa sposa a un altro uomo, l’attore e pittore Joseph Lange. Per Mozart era stato un colpo durissimo e viene da pensare che, se qualche anno più tardi, nel 1782, si presentò all’altare con Constanze Weber, di due anni più giovane di Aloysia, fu principalmente per poter continuare a orbitare attorno alla famiglia in cui avrebbe ritrovato, sia pure come cognata, la fanciulla che continuava a tenere in ostaggio il suo cuore. Documento vivo della passione di Mozart per Aloysia Weber è la scena lirica “Popoli di Tessaglia” che egli compose durante il soggiorno parigino del 1778, dedicandola alla straordinaria voce dell’amata. Ascoltare il pezzo oggi, in tutta la sua bellezza e difficoltà d’esecuzione, equivale ad ammirare la “fotografia” delle possibilità espressive e tecniche di una cantante di valore non comune, vissuta più di duecento anni fa e immortalata per noi in tutto il suo talento dall’amore che per essa provò uno dei più grandi musicisti del passato.

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